Parlare di cibo significa anche raccontare le storie delle mille relazioni che può generare. Rapporti con paesi lontani, con nuove case e con le persone incontrate lungo il cammino.
Sulla base del metodo – riconosciuto a livello internazionale – della Human Library e dell’esperienza delle comunità di migranti di Slow Food in Italia, sono state organizzate alcune “Food Tales” con le comunità di migranti in Italia e Svezia. Il crescente numero di rifugiati e immigrati nei Paesi europei rende necessario avviare attività che contribuiscano a creare un clima di fiducia basato sulla comprensione reciproca che consenta alle persone di ogni provenienza di apprezzare le rispettive culture, storie e tradizioni. Seduti uno di fronte all’altro migranti e cittadini hanno la possibilità di parlare e confrontarsi sulle loro tradizioni culinarie ed esperienze di vita. Affrontando i temi della migrazione, dell’identità e dell’interculturalità, questo incontro unico nel suo genere aiuta a comprendere meglio la diversità e facilita la coesione sociale
Siria
Trasferitasi in Svezia dalla Siria cinque anni fa, Lina è ingegnere civile. In precedenza ha collaborato con l’Università di Aleppo. Oggi è project manager presso Invitationsdepartementet, un’organizzazione non-profit che consente ai cittadini svedesi vecchi e nuovi di incontrarsi a tavola per condividere un pasto cucinato in casa.
Serbia
Come spiega Igor nella cucina del suo home restaurant, aperto grazie al progetto Le Ricette del dialogo, la cucina dei Rom può essere definita a pieno titolo cucina del viaggio: è infatti espressione di un popolo nomade e si è formata sulle strade dell’India prima, del Medio Oriente poi e infine dell’Europa, arricchendosi di volta in volta. È difficile definirne l’essenza, essendo il prodotto rielaborato di tante tradizioni gastronomiche diverse. Questo è il messaggio che Igor vorrebbe trasmettere attraverso la sua attività di ristorazione: un viaggio lungo mille anni, fatto di sapori, colori, profumi e arti che contraddistinguono la cultura Rom, per poter abbattere pregiudizi purtroppo molto radicati.
Marocco
La cucina è la passione di Essediya, nata e vissuta a El Jadida, una città della regione di Casablanca-Settat, conosciuta in passato come Mazagan e per questo scelta da Essediya per rappresentare il nome del proprio ristorante. Essediya ha scoperto l’amore per la cucina fin da piccola, quando aveva la possibilità di cucinare insieme a sua madre, una bravissima cuoca. Da quel momento, e ancor più dal suo trasferimento a Torino la sua cucina è cambiata insieme a lei, aprendosi a sapori sempre originali e mutevoli.
Stati Uniti
Cittadina statunitense, Erica Reisman ha una laurea di base in matematica economica applicata e una laurea specialistica in agroecologia. Per la sua tesi di specializzazione ha studiato il punto di vista dei consumatori nel campo della Community Supported Agriculture. Quello che più ama è gettare ponti tra i suoi diversi interessi: impresa, logistica e produzione sostenibile su piccola scala, contribuendo a rafforzare i sistemi locali del cibo. Attualmente è stagista presso pool.farm, una startup che gestisce ordini di gruppo, mettendo in contatto i consumatori con i piccoli produttori locali.
Messico
Chan Cab significa “piccolo miele” in lingua maya. Dulce Chan Cab è nata e cresciuta in un villaggio di campagna dello Yucatan, Sucilá, un paese dove il rispetto delle tradizioni e della natura sono importanti. Dalle proprie radici indigene maya, è nata in Dulce l’idea di creare un orto insieme a un gruppo di amici, uno spazio dove scoprire la storia e la provenienza dei prodotti tipici della cucina messicana e precolombiana. Il cibo, per Dulce, è una parte fondamentale della vita. «Tutto parte del cibo per arrivare ad altri mondi»: così lei definisce le contaminazioni gastronomiche che sperimenta in cucina, integrando le ricette della famiglia con i prodotti dell’orto. La Milpa Orto Collettivo è anche il nome del suo home restaurant.
Perù
Erika Rodriguez e Billy Huaman sono una coppia di giovani peruviani, arrivati in Italia rispettivamente 18 e 11 anni fa, attualmente residenti a Barge, in provincia di Cuneo. Billy ed Erika hanno aperto un'attività imprenditoriale di ristorazione presso la propria abitazione, con il valore aggiunto dell'intercultura. Da sempre appassionati di cibo e contaminazioni gastronomiche, producono un formaggio di derivazione andina chiamato Yauyos, dal nome di una provincia peruviana, a latte crudo vaccino
Perù
Il viaggio di Ana verso l’Italia fa parte di una storia che hanno conosciuto tante altre donne peruviane. Una migrazione tutta al femminile, spinta da una forte richiesta di lavoro socio-assistenziale in Italia. Con gli anni, la comunità peruviana si è stabilizzata e ora sono tantissime le persone, tra uomini e donne, che hanno aperto un’attività in proprio. Anche Ana confessa di aver sempre voluto aprire un ristorante. E finalmente ci è riuscita.